Per un po' di tempo saremo tutti chiamati all'immobilità. Ma questo tempo non passerà invano, se solo sapremo cogliere e fare nostri altri movimenti, altri luoghi e altri tempi della nostra esistenza.
Noi siamo quelli della “mobilità positiva”. Queste due parole ricorrono spesso nel nostro gergo, perché in sintesi sono la nostra visione del mondo e di quello che noi, per la parte che ci è concessa in questo mondo, vogliamo costruire. Ma sono parole che in questi giorni hanno preso una piega del tutto particolare, un riflesso che mai avremmo pensato di osservare solo qualche giorno fa.
Nello spazio di niente ci troviamo a riorganizzare il nostro lavoro, i tempi, i pensieri, le priorità. Non si ferma nulla, si lavora e si guarda avanti, ma muoversi diventa un’altra cosa.
Allora oggi inizia il nostro diario dell’immobilità, un momento sospeso, un percorso immaginario (ma non tanto) tra le parole stampate sul nostro manifesto della mobilità positiva, che per un po’ sarà immobilità. Speriamo di trovarci dentro qualcosa di buono, per ripartire presto più forti, più coraggiosi e più belli che mai.
Comments